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ARCHITETTI PER IL FUTURO | lavorare ai margini

Nell’ambito della maratona “ARCHITETTI PER IL FUTURO” del 23-24 maggio 2020
riporto qui i miei tre minuti di intervento per la sezione “riattivare i processi attraverso nuovi modelli virtuosi” (coordinata da Luca Gibello direttore de  “Il Giornale dell’Architettura”)
suggerendo una visione positiva del lavorìo ai margini come risorsa di confronto.

Trascrivo qui il mio messaggio:

Vengo dalla provincia di Venezia, appartengo all’Ordine di Venezia e sono un architetto che opera ai ‘margini’, sia della professione, sia fisicamente, abitando al confine con il Friuli. Ma questo è un modo di vedere le cose, che ha condizionato da sempre il mio operato sia come Marco Pasian, sia come OPLA+, che è un gruppo di ricerca ambientale. Per noi lavorare ‘ai margini’ è un sistema per definire meglio come lavorare sui bordi, sia da un lato che dall’altro. Nello specifico, spesso, individuo il mio campo di lavoro tra architettura, paesaggio e l’arte intesa come ‘operazione artistica’. In questo contesto operiamo da molto tempo, anche in campo associativo, e siamo riusciti ad ottenere dei risultati dal punto di vista delle strategie di inserimento ambientale di opere artistiche. L’anno scorso abbiamo chiuso un progetto molto importante nel litorale della nostre parti, a Bibione (link a LANDPLAYWALK), dove abbiamo ottenuti dei risultati in termini turistici e in termini di valorizzazione di un luogo già intenso di significati morfologici e naturalistici. Questo lo dico semplicemente perchè è un orientamento che mi piacerebbe fosse distribuito anche come tecnica, come modalità che ci fa fare delle azioni sedimentate nel territorio, usando attori molteplici, mettendoli insieme, e far sì che si consolidi una prassi attoriale dove sia sempre presente anche la parte delle istituzioni. Chiudo ringraziando il mio Ordine che da anni ha voluto, sia con la manifestazione nazionale Open (LINK), ma anche con altre manifestazioni collaterali, sostenere questo tipo di attività che può essere utile proprio a ‘margine’ della nostra professione.

 

 

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Aggiungo una immagine che rappresenta in un mappa di sintesi
la complessità di un intervento progettuale su un territorio,
e sono quelle azioni sedimentate di cui accenno nello speak:
gli attori, le competenze, i ruoli e gli interventi
al fine di sviluppare un vero e proprio senso del luogo.
(caso studio di una Chiesetta rurale e del suo Parco)

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