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ZAC!

 

ZAC! è la storia di un albero, un albero solo, un essere vivente, che come tutti noi matura un radicamento nella collettività, fa sì di essere elemento gioviale per trasmetterci le stagioni, indica la direzione da prendere, suggerisce la meta del ristoro li a fianco in maniera semplice ed amicale. Ogni albero ha la dignità di una silenziosa presenza.

Ma, saranno le sue caduche membra, le malattie dei vecchi, sarà la sollecitudine amministrativa, sta di fatto che se ne decreta la sua morte: un taglio netto, alla base: zac! lasciando lì la tragedia del suo impianto radicale.

Il fatto viene raccontato della poesia di Paolo Steffan, in maniera diretta e cogliendo l’ironia del nome della via in cui si affaccia, dedicata ad un medico chirurgo, ancora Zac!
Paolo, come molti altri poeti, è persona attenta ai territori in cui vive, ne studia le sfumature, ne studia a fondo i sedimenti delle parole (da Zanzotto a Cecchinel) riconoscendo i valori identitari dei luoghi.

Poi Opla+, rintracca la storia nelle pieghe documentali di Google Street View, nelle sue visioni retrotemporali, le mette a confronto, accentuando l’assenza del soggetto ‘albero’, e produce un libro oggetto anch’esso tagliato (in quattro sezioni orizzontali) così da rendere più frammentarie possibili le immagini ed anche i testi, da leggere con la stessa sofferenza di una perdita.

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