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Viaggio a Roma

PARTE 1
Il 16 febbraio scorso per OPLA+ ero presente al seminario di studi “Standard a misura – Regole, attori, esperienze” presso l’Università degli Studi Roma Tre, Aula De Vecchi Grande, organizzato dalla SIU (Società italiana degli urbanisti) con il coordinamento del prof. Giovanni Caudo.
Il convegno è parte di un ricerca più ampia, in occasione dei Cinquant’anni di standard urbanistici (1968-2018), volta a stabilire bilanci, questioni aperte e ipotesi nella direzione di una riforma possibile.
Dopo aver risposto ad una Call for Paper, siamo stati selezionati proponendo il caso studio della Chiesetta di Santa Cristina in Gorgo.
Qui, grazie anche al contributo della Dott.ssa Pierpaola Mayer, il focus è stato posto, oltre che su gli aspetti tecnici dei temi del restauro, anche sulle capacità di intreccio tra diversi attori, le sinergie negli aspetti gestionali e divulgativi, il patrimonio come bene comune al fine di generare un reale ‘senso del luogo’.
Il nostro contributo era inserito nella sezione “Esperienze ed attori” assieme ad altri casi studi di notevole interesse, molti di quali con forte interrelazione tra pubblico e cittadinanza.

Riporto l’elenco:
– Il verde pubblico a Trento. Attività di ordinaria valorizzazione
Cristina Mattiucci*, Giovanna Ulrici**
*DSRS – Università degli Studi di Trento ** Ufficio Parchi e Giardini – Comune di Trento
– Santa Croce: Nuove politiche urbane per il riuso temporaneo di immobili privati
Elisa Iori, Amministrazione Comunale di Reggio Emilia- STU Reggiane
– Ovest Lab – Villaggio Artigiano di Modena Ovest
Silvia Tagliazucchi, associazione Amigdala, Università di Ferrara
– Standard quantitativi VS standard qualitativi: microsoluzioni urbane per elevare la qualità dello spazio urbano.
Gaetano Giovanni Daniele Manuele

– Out of the black box. Per una critica degli standard tra eterogeneità e differenza. Il caso dei beni liberati a Napoli
Laura Lieto, Enrico Formato, Dipartimento di Architettura, Università Federico II di Napoli
– Standard urbanistici e progetto collettivo di città. Il caso Napoli.
Daniela Buonanno*, Andrea Ceudech**, Carmine Piscopo*
* Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli Federico II, Assessorato Diritto alla città, ai beni comuni e all’urbanistica del Comune di Napoli,  ** Servizio Pianificazione urbanistica generale del Comune di Napoli
– Politiche sociali e standard urbanistici: una declinazione possibile? Il progetto WEMI – dal servizio domiciliare al Piano dei Servizi
Benedetta Marani, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani – Politecnico di Milano
– Chiesa di Santa Cristina in Gorgo. Presenza, Visione, Gestione
OPLA+ (arch. Marco Pasian, Giorgio Chiarello), DIMENSIONE CULTURA – Impresa sociale (Presidente – Pierpaola Mayer)

– Il futuro degli standard tra innovazione e incompletezza delle regole
Alessandro Boca*, Enzo Falco**, Francesco Chiodelli***
* Ricercatore indipendente ** TU Delft, Department OTB – Research for the Built Environment  *** Professore Associato. Department of Social Sciences, Gran Sasso Science Institute
– Incerta evoluzione prestazionale degli standard urbanistico-edilizi in Emilia Romagna
Luca Gullì – Michele Zazzi, DIA – Università di Parma
– Risultati di ricerca e riflessioni critiche sui servizi alle persone con fragilità. Il caso bresciano.
Anna Richiedei, Michele Pezzagno
Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica (DICATAM)
– Nuove prestazioni della città pubblica con un occhio alla salute e al benessere dei cittadini: l’esperienza incompiuta dei comuni dell’Area Bazzanese
Rosalba D’Onofrio, Elio Trusiani, SAAD- Scuola di Architettura e Design- UNICAM

(foto1-Alcuni momenti dei convegno)

 

PARTE 2

Durante la mattinata del convegno molti gli spunti di riflessione, ci vorrebbero pagine e pagine di rendiconto, e molte delle cose le trovate al seguente LINK
Quello che a me rimane, come spesso succede, sono parole che ronzano nella testa, che prese così sono un elenco, ma che suggeriscono visioni più ampie di pensiero.
Lo standard urbanistico (apparente dato quantitativo) ha una valenza ampia e rinnovabile. Nuovi flussi, intrecci, l’eredità del patrimonio che intercetta la città immaginata, gli spazi che si trasformano seguendo le domande sociali. Regia. Calarsi in una dimensione lunga e considerare la cittadinanza sociale, conoscenza>scenario, contratto>regola, disegno>gestione. Torna sempre la parola ‘processo’. Rimessa in gioco degli standard (come attrezzi, linguaggi), mappature, ben-essere, qualità multisistemiche. Progetto di suolo con nuove conoscenze di servizi-ecosistemici (non sono standard ma promesse di strategia!).

(Alcune slide dell’intervento di OPLA+)

PARTE 3

Il giorno seguente, dopo la pienezza di stimoli della giornata di studi, mi lascio accompagnare a zonzo per la città. Gli amici di Roma sanno che mi interessa calarmi in luoghi dove la vita quotidiana si rispecchia in riuso degli spazi collettivi. Via Prenestina, il laghetto exSnia. Faccio un po’ di foto ai murales, ce ne è uno di Ericailcane, c’è un centro sociale, la gente fa footing, qualcuno gioca a basket su una specie di palestra dismessa, vedo degli orti, e dei giochi per bambini. Non si capisce bene dove sia il confine tra il sostegno dell’aministrazione pubblica e l’autogestione di gruppi di cittadini, ma i luoghi sono percepiti come usati e utili, pure gli scenografici abusi che hanno determinato l’area del laghetto sembrano partecipare all’identità di quel luogo.
Ripenso alle parole del convegno, e capisco che bisogna cominciare da qui.

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