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NO_ON — — — — > indagando luoghi
Il tema della manifestazione artistica ‘orchestrazione’ di quest’anno era “no_on“, un non velato invito a staccarsi dalla rete, per riflettere, e per usare la rete poi in modo più consapevole. Staccarsi è anche recuperare il senso delle relazioni personali e dei luoghi dove queste relazioni si realizzano, sia essi fisici che virtuali. Ne abbiamo parlato con Emmanuele Pilia (editore e critico di architettura) in maniera discorsiva e con l’interazione del pubblico. Molti i temi affrontati, con un denominatore comune nel concetto di uso di linguaggi comprensibili, a piccoli gruppi, a comunità, a intere reti sociali. Il termine ‘luogo comune’ è stato inteso quindi sia come stereotipo (tipico del massivo uso di alcuni social network) sia come luogo pubblico (partecipativo), ed in entrambe i casi si è sotteso alla condizione di ‘incontro’ dove appunto esprimersi con uno stesso vocabolario, e dove la ‘gravità’ risulta essere l’unico elemento che identifica la fisicità o meno di questi luoghi di ‘incontro’.
Indagando luoghi – 1: anche i luoghi della rete sono luoghi, e l’esigenza di un incontro, relazione, confronto emerge da subito nella diffusione di internet. Si è ricordato il passaggio dal web 1.0 al web 2.0, l’invasione e diffusione dei blog quale primo elemento di coordinamento tematico (citando il lavoro di ricerca sui blog di architettura di Wilfing Architettura), le discussioni a commenti e risposte, i nuovi link e l’evoluzione successive dei social network. Si è parlato dell’era ‘Second Life’ della sua crescita come modello parallelo libero ma condizionato dalla stessa logica iconica del mondo reale e ancora una volta il bisogno di rialliniare linguaggi per comunicare.
Indagando luoghi – 2: anche i luoghi reali a volte sono non-luoghi. In realtà discutendo è emerso che anche il sempre citato ‘centro commerciale’ è un luogo, relazioni, comunicazioni, interferenze si perpetuano in uno spazio fisico, che però ha un tempo determinato, codificato, svanisce ad orari stabiliti o disinteressa il territorio alla sua completa dismissione. Differenza sostanziale è che altri luoghi come i fronti commerciali in una via cittadina dei centri storici magari chiusi al traffico, mantengono un’identità sedimentata e percepita come non voluttaria, la forza dei muri e della storia (da qui anche la sofferenza nel vedersi svuotata la città di alcune attività umane).
Indagando luoghi – 3: l’immaginario fantascientifico ci può aiutare a capire. Emmanuele Pilia indaga da sempre questi fenomeni, e focalizza il pensiero su come la Fantascienza dalla sua recente nascita non sia altro che un ‘esagerare’ alcune visioni di realtà ritenute esemplificative del futuro-presente (i grattacieli in ‘Metropolis’ tra tutti), sia nei fenomeni scientifici che sociali. Negli ultimi decenni la fantascienza ha messo in atto però un cambio di rotta, e dai sui scenari positivi di innovazioni tecnologiche di vite sostenibili e migliorative si è passati a scenari catastrofici, complici le crisi attuali sia socio-economiche che meteo-ambientali. Un dato reale è che nei prossimi trent’anni la popolazione extracomunitaria in Europa aumenterà considerevolmente senza che nessuno abbia attivato una strategia politica seria di interesse urbano.
Indagando luoghi – 4: smart city. Si, esistono già luoghi nella rete che interagiscono con luoghi reali, sistemi che possono aiutare, ad esempio, i processi di gestione di una città, la mobilità, il trasporto pubblico, la macchina rifiuti, i servizi sociali. I cittadini come parte attiva grazie proprio a tecnologie ‘pop’ e social networking.
Indagando luoghi – 5: informografia. Ecco, non possiamo sottrarci a questi ‘luoghi comuni’ indagati, all’evoluzione delle relazioni tra mondi reali e virtuali che stanno assotigliando i lori reciproci ‘bordi’. Sono azioni che hanno bisogno di grande consapevolezza e di attenzione continua, partecipazione attiva e reattiva, perchè l’invasione delle informazioni non ci prevarichi. Come suggerisce Emmanuele Pilia: attenti ai sintomi dopanti dell’informografia (Informazione+Pornografia, che è la dipendenza dal consumo di “notizie”).
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2 risposte a NO_ON — — — — > indagando luoghi

  1. Laura Bonaguro says:

    Mi piace questo andare a spasso per luoghi non-luoghi di esperienza, semanticamente e con tutto il corpo. E trovo sia importante ribadire che la contrapposizione tra realtà Reale e realtà Virtuale esiste principalmente nelle relazioni tra i due mondi, nelle modalità di fruizione di entrambi, nella scelta delle informazioni e di ciò che ci trasmettono di utile. Se il progetto, prima che essere trasformazione del nostro vivere, è vera forma di conoscenza, non può prescindere dall’esigenza di/del sapere. Il nodo cruciale lo evidenzia Emmanuele: occorrono capacità adatte a sbrogliare la nuova complessità, la cernita del buono nel brodo denso delle notizie superando i limiti indotti dall’intrattenimento; anche la partecipazione NO-ON, perché staccarsi dall’universo delle merci permette di concentrarsi sull’uomo ed è questo (o perlomeno dovrebbe esserlo) il fine ultimo di ogni attività.

    Laura Bonaguro

    • marcopla says:

      Ciao Laura, grazie del tuo commento. La capacità di un buon progetto (non solo architettonic, anzi) stà nella capacità di sintesi e semplicità di traduzione delle complessità. Come spesso accade invece dietro la complessità di informazione (e formazione, e gestione) si nascondono pieghe di ignoranza, medietà, competenza relativa e l’arroganza di chi per farsi sentire grida. E’ più facile gestire il proprio potere nel caos, senza concedersi a linguaggi comuni di confronto. Vabbè, è una considerazione personale. Abitare la rete (e di questa ho esperienza sin dagli albori, e anche prima) è un atto di responsabilità nei confronti degli altri. All’inizio desideravo avere uno spazio web per farmi conoscere, ma aldilà della difficoltà logistica di procurarsi uno spazio fisico in un server bisognava avere qualche capacità di scrittura con codici elementari Html in principio (ipertesti li chiamavano), e allora ho intravisto nei primi blog (che si proponevano come dei semplici diari) una modalità più vicina alle mie esigenze, con la staordinaria capacità di trovare interlocutori e di scambiare commenti e opinioni attorno ad un argomento. Oggi raccontare questo passaggio sembra banale (whatsapp e i gruppi di discussione in tempo reale gli fanno un baffo) ma la gradualità di attenzione ha permesso di definire delle piccole regole di comportamento e relazione che hanno sempre tenuto presente la persona e le sue espressioni. Il mio ingresso in FB si è realizzato per entrare in contatto con un gruppo di discussione tra architetti durante il congresso mondiale di Torino del 2008, da allora questo social network è passato da poche migliaia di utenti a gli oltre 25.000.000. Cosi che oggi, in uno strumento così popolare, molti muovono critiche ansie e paure di essere manipolati da un grande fratello che ruba ed usa i propri dati personali, ma è solo ed ancora incapacità di stile comunicativo che oramai non vale solo per l’aspetto umano e personale ma anche per i ‘mezzi’ con cui le relazioni stesse si esprimono.

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